Si è svolto nella serata di venerdì 4 Gennaio, l'evento organizzato da Antonella Recchia e Simonetta Salinari, il quale ha avuto come location il bar/libreria Nomine Rosae.
Si è trattato di un interessante incontro tra un numeroso pubblico e uno scrittore, Giuliano Pavone, affiancato da Alessandro Marescotti e Carlo Gubitosa, l'uno presidente dell'associazione PeaceLink e curatore della prefazione dell'opera presentata; l'altro giornalista, scrittore ed editore indipendente, che per altro si è occupato dell'edizione del libro in questione (il quarto elemento previsto, il disegnatore Giuliano Gianciano, in arte Kanjano, non ha potuto presenziare per motivi di salute).
La conferenza si è aperta con l'introduzione di Antonella Recchia, che ha presentato la situazione, l'argomento e i protagonisti della serata, finendo poi per passare la parola all'autore stesso. Giuliano Pavone, quindi, ha iniziato a parlare del suo romanzo "L'eroe dei due mari -- Taranto, il calcio, l'Ilva e un sogno di riscatto", pubblicato nel 2010, che nell'occasione di ieri è stato proposto in forma di graphic novel (con i disegni di Emanuele Boccanfuso, Virginia Carluccio, Gabriele Benefico, Walter Trono, Alberto Buscicchio): un libro che ha tutte le carte in regola per essere avvincente e particolare.
Esso infatti parla di un ipotetico calciatore sudamericano di nome Luis Cristaldi che, preso dalle sue vocazioni, a un certo punto decide di passare a giocare gratis per un anno nel Taranto, lasciando l'Inter. Il protagonista poi, nel corso della trama, incapperà in svariate vicissitudini che lo porteranno a confrontarsi con la realtà tarantina della malapolitica, dell'inquinamento provocato dall'Ilva e via dicendo - realtà che in seguito non riuscirà ad affrontare fino in fondo - il tutto unito dal filo conduttore del calcio.
Ciò che è davvero bello e notevole in merito a "L'eroe dei due mari" è l'idea stessa di eroe che Pavone espone agli astanti: il personaggio del calciatore Cristaldi, infatti, a parte le qualità sportive, non possiede rilevanti doti caratteriali, intellettuali o culturali, anzi, è semplicemente un mediocre essere umano, non colto e abbastanza mite nella personalità. Il significato di tutto questo è che il personaggio di Luis Cristaldi è emblema del fatto che chiunque potrebbe essere, nel proprio piccolo, un eroe, e che anche un normale cittadino avrebbe le prerogative per diventare vitale nel contribuire attivamente alla lotta per il miglioramento di una città come Taranto.
Dopo questa digressione sul contenuto del libro, l'autore ha preso a parlare di quella che, al di là del contesto letterario, è l'attuale realtà tarantina, argomentando sull'Ilva e il problema dell'ecologia e parlando dei vari movimenti sorti in quel contesto e del risveglio collettivo a cui ha assistito nella città negli ultimi anni, offrendo, con una via di mezzo tra l'utopistico e uno smodato ma giusto ottimismo, la sua convinzione di quanto sia possibile cambiare dal basso le cose, raccontando anche diversi aneddoti per giustificare la sua tesi.
A dare man forte al discorso ecologico-ambientale è intervenuto Marescotti per discutere, più nel tecnico, del tema dell'ambientalismo e del caso Ilva, sul quale ha condotto numerose indagini che gli hanno procurato una querela da Emilio Riva in persona.
Infine, è la volta di Carlo Gubitosa, che, agganciandosi in quanto editore al libro di Pavone, ne ha presentato la versione a fumetti, approfittando, e a ragione, per parlare del fumetto come nuovo e importante strumento per la letteratura italiana per trattare argomenti molto impegnati, sfatando il mito del fumetto come genere per bambini e, in generale, dell'editoria indipendente in Italia, per poi presentare il lavoro "La mia terra la difendo -- Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita", la storia di un ventenne siciliano attivista, contestatore e idealista che, un giorno, munito di telecamera, riprese se stesso mentre inveiva contro Vittorio Sgarbi in una sua campagna elettorale in Sicilia mettendo a nudo tutti i suoi precedenti penali. Un ragazzo, questo, che, per protesta, scelse di vivere di pastorizia piuttosto che rimanere in una società sbandata. Ed anche Gubitosa ha concluso il suo intervento inviando messaggi di ottimismo e sollecitando l'attività intellettuale e produttiva, parlando di avvenimenti del suo vissuto. Si è di seguito arrivati alle domande della gente e all'apertura di un dibattito.
Il resoconto della serata di ieri è quindi molto positivo, dato che è servito a sensibilizzare le coscienze e a documentare il pubblico, che si è trovato di fronte a tre uomini che invitavano, ognuno a suo modo, a resistere, dove "resistere" è qui inteso come "re-esistere".
Vanni Spinelli
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